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Leggieri e Falconeri: “assenza di dibattito e partecipazione della base nel processo decisionale interno, a rischio la tenuta del M5S lucano”

Manca davvero poco alla scadenza naturale della legislatura e le farneticazioni inutili, tossiche e inconcludenti non sono ancora terminate. Una narrazione torbida pervade il dibattito pubblico, mentre i cittadini lucani si aspettano risposte che l’attuale classe dirigente, al vertice dei partiti, non sembrerebbe essere in grado di dare.


Tatticismi, temporeggiamenti, filosofia spicciola sembrerebbero essere diventate le parole chiave di una politica senza coraggio, senza alcuna ambizione, senza alcuna volontà di cogliere realmente l’occasione di poter dare una svolta alla nostra amata regione. Dopo dieci anni di maturata esperienza di opposizione, il tempo è ormai prossimo: il Movimento 5 Stelle è pronto per giocarsi un’importantissima partita ma qualcuno parrebbe non essersene accorto.


Da diversi mesi, numerose voci continuano ad appellarsi all’unità del fronte progressista, su spinta di una base – cioè dei cittadini – che stanno chiedendo con giusta e sacrosanta insistenza di unirsi per battere un centrodestra non in grado di governare una regione, come evidenziano i numerosi episodi di irresponsabilità avvenuti in Consiglio regionale e nei vari comuni, come il capoluogo di regione Potenza.


Dal canto suo, la società civile ha colto l’occasione di scendere in campo, esercitando un altrettanto sacrosanto principio alla base della politica: la partecipazione. Un principio che il Movimento ha sempre ragionevolmente incoraggiato, in quanto uno dei suoi tratti distintivi più fulgidi.


Appare evidente, al contempo, che in occasione di queste elezioni regionali, il dibattito interno al

M5S si sia irragionevolmente concentrato su ben altri argomenti. La confusione regna sovrana e non si riesce a comprendere il motivo per cui non siano ancora chiari il perimetro politico su cui orientare il confronto e il dialogo in vista del voto, le alleanze e, infine, la linea politica e programmatica su cui basare un dialogo con le forze politiche coinvolte nel cosiddetto “campo giusto”. Ed è proprio il

dialogo ad essere quasi del tutto scomparso dal dibattito interno del Movimento 5 Stelle lucano.


Ci si chiede, a questo proposito, su quali basi poggi, in questo momento, il processo decisionale interno e il motivo per cui i rappresentanti del territorio a livello istituzionale non siano stati consultati sui punti appena citati. D’altronde, chi meglio di loro può dare indicazioni, consigli o suggerimenti circa quanto accade sul territorio. Al contrario, molti segnalano un progressivo logoramento della loro autorevolezza e credibilità in seguito alla loro richiesta di essere coinvolti (e di quella degli iscritti) nel processo decisionale interno del M5S lucano.


Anche il coinvolgimento della base, uno dei punti distintivi che ha sempre caratterizzato il modo di fare politica del Movimento, è venuto a mancare in questo processo di condivisione in vista di un impegno fondamentale e da cui dipende il destino di una regione intera e dei comuni al voto. La base sta chiedendo di essere coinvolta in modo netto e attivo nel processo decisionale, nella scelta delle alleanze e del candidato, così come stabilito dalla Carta dei Principi e dei Valori contenuta nello Statuto del Movimento 5 Stelle (art. 2).


Inoltre, non si conoscono i motivi per cui il Movimento lucano e i suoi vertici siano così restii a dialogare con un candidato proveniente dal mondo civico. Il dialogo è parte fondamentale del processo democratico e alla base di un confronto basato su temi e posizioni che in vista dell’impegno elettorale è importante conoscere per avere un quadro complessivo di tutto quel mondo sociale che il candidato può esprimere. Anche in questo caso, la preclusione di un dialogo, oltre a non essere

stata sottoposta all’attenzione degli iscritti, è anche classificabile come una violazione di quel

“dialogo costante” con la società civile finalizzato all’ascolto e alla raccolta delle idee, contenuto all’interno dello Statuto del Movimento. Il tutto senza portare all’attenzione degli iscritti e degli amministratori alcuna alternativa palese, la quale dovrebbe essere comunque sottoposta all’attenzione e al voto di tutti gli iscritti, a prescindere se appartengano o meno ad un Gruppo Territoriale. La trasparenza totale in un processo di selezione di un candidato è un altro elemento fondamentale in vista di un appuntamento elettorale così importante.


In un momento di considerevole importanza per il futuro della Basilicata, è davvero scoraggiante

constatare che la prima forza politica regionale si areni su temi del tutto ininfluenti per il dibattito interno ed esterno, orientando quest’ultimo sulla base di tatticismi, temporeggiamenti inutili e dannosi, filosofia spicciola e interessi terzi che minano la tenuta interna del Movimento e rischiano di provocare un’insanabile spaccatura. Un rischio, quest’ultimo, che non è assolutamente auspicabile.


Gianni Leggieri, capogruppo M5S Consiglio Regionale della Basilicata


Marco Falconeri, capogruppo M5S Comune di Potenza


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